L'Evoluzione della Medicina di Famiglia - Nuovi modelli organizzativi e strumenti digitali: quali gli scenari futuri
Data di pubblicazione
18/04/2025
Tempo di lettura: 5 minuti
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Quali sono gli scenari futuri della Medicina di Famiglia in Italia?
Questa è una delle domande principali da cui ha preso l'avvio il tavolo di confronto organizzato da MioDottore Connect, dal titolo: "L'Evoluzione della Medicina di Famiglia Nuovi modelli organizzativi e strumenti digitali: quali gli scenari futuri"
L'incontro, avvenuto a Roma l'8 Aprile 2025 presso il Palazzo Passarini Falletti, è stato moderato da Stefano Alessandro Inglese, esperto di politiche sanitarie.
In questa tavola rotonda, sono intervenuti Angelo Testa, Presidente Nazionale SNAMI, Giuseppe Lanna, Presidente SNAMI Roma, Luca Romagnoli, Cristiana Polucci, Delegata Aziendale dell'ASL Roma 5 e Luca Romagnoli, Tesoriere SNAMI Roma.
Molte opportunità, tanti interrogativi
L’ampliamento e il potenziamento delle strutture sanitarie territoriali – come le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), le Case della Salute e le Cooperative sanitarie – stanno contribuendo, non senza una serie di problemi e situazioni ancora da definire appieno, a ridisegnare il concetto di assistenza primaria.
In linea di principio, questo processo favorisce una collaborazione più stretta tra i professionisti della salute e una gestione più fluida e continua dei percorsi di cura, orientata al paziente.
Questa necessità di un cambio di paradigma si è verificata anche a causa dell’emergere di nuove esigenze di salute pubblica, dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle cronicità: in breve, come emerso da più di un intervento, stanno cambiando i luoghi nei quali la Medicina di famiglia entra in contatto con i suoi destinatari, e al contempo cambiano anche le tecnologie utilizzate.
Di conseguenza, sta cambiando il ruolo del Medico di Medicina Generale nel contesto del SSN, e diventa quindi sempre più complesso (ma urgente e necessario) rispondere a quelle che sono le molte domande che gli scenari presenti e futuri ci impongono, e che sono state discusse nel corso dell'evento, ad esempio:
- Quale scenario si prospetta nel nuovo modello organizzativo della Medicina di Famiglia?
- Come si posizionano le AFT e le medicine di gruppo nel contesto di trasformazione generale del sistema sanitario?
- Che ruolo assumono, in termini di strategia, le Cooperative?
- In che modo è possibile preparare i professionisti sanitari per ottenere un reale cambio di paradigma
- Perché è necessaria una sinergia tra i nuovi strumenti digitali e il lavoro quotidiano dei medici?
Ciò fa auspicare, per il prossimo futuro, un maggiore impegno da parte dei decisori nell'ascoltare la "voce" della Medicina Generale, anche dal punto di affiancamento dei MMG nella co-progettazione, auspicio che per ora non si è ancora pienamente compiuto.
MMG: tra "voglia di partecipare al gioco" e problemi da affrontare
Come in tutti i nostri incontri che coinvolgono il mondo della Medicina Generale, anche in questo caso emerge fortemente, dai dati analizzati e dagli interventi dei partecipanti, una grande (e positiva) voglia di partecipare attivamente da parte dei MMG, che tuttavia si scontra con diversi problemi.
Innanzitutto, sotto il profilo organizzativo, si evidenzia una certa indecisione da parte delle Regioni e degli altri attori istituzionali circa gli assetti organizzativi, le possibili modalità future di gestione del rapporto lavorativo dei MMG all'interno del Sistema Sanitatrio (in primis, la diatriba tra convenzione e dipendenza, con posizioni diverse a seconda delle Regioni in tal senso) e delle nette differenze di spesa tra una Regione italiana e l'altra.
A ciò si aggiunge anche il problema della "forbice" tra MMG più anziani, ormai prossimi a lasciare il SSN, e un numero di medici molto giovani che di fatto "ereditano" una situazione quantomeno complessa: sempre più pazienti, spesso con cronicità e fragilità, una diminuzione dei pronti soccorsi e altre problematiche che, nel medio-breve termine, rischiano anche di portare al "burnout" molti MMG dopo pochi anni di lavoro.
Senza contare poi che ,secondo un dato diffuso dalla La Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), tra il 2013 e il 2023 i medici di famiglia sono passati da 46.000 a 35.000.
Un nuovo equilibrio per la Sanità Territoriale è possibile?
Al di là dei molti interrogativi emersi nel corso del nostro round table, permane una certezza: il sistema sanitario ha oggi più che mai bisogno di una riforma strutturale profonda, che porti alla definizione di un nuovo assetto organizzativo del Servizio Sanitario Nazionale .
L’obiettivo, che si rifà anche al cosiddetto approccio "One Health", è quello di garantire un’assistenza sanitaria più equa, accessibile e integrata, capace di rispondere con maggiore prossimità ai bisogni dei cittadini e colmare le attuali disuguaglianze territoriali (tenendo anche conto delle numerose aree interne e zone marginali che esistono nel nostro Paese)
AFT, Case della Salute e Cooperative non sono alternative, ma componenti complementari di una sanità territoriale che mira a essere più proattiva, vicina al cittadino e integrata nei servizi. Il loro sviluppo, sostenuto da investimenti strutturali e digitali, rappresenta una risposta concreta alle fragilità del sistema, soprattutto emerse dopo la pandemia.
Per valorizzarle pienamente, sarà essenziale:
-
formare i professionisti alla collaborazione multidisciplinare,
-
coinvolgere attivamente i pazienti, rendendoli parte del proprio percorso di cura,
- integrare strumenti digitali per la gestione del lavoro amministrativo e la condivisione dei dati clinici
Quest'ultimo punto appare molto importante: il digitale può avere un ruolo importante anche nel riorganizzare la qualità del tempo all’interno delle strutture adibite alla sanità territoriale.
Per sviluppare questo tipo di approccio bisogna tagliare anche il tempo speso nelle attività burocratiche (per esempio, quelle svolte dal medico nella Casa di Comunità) al fine di aumentare il tempo dedicato all'attività clinica e all'ascolto dei bisogni del cittadino. In tal senso, l'approccio potrebbe essere quello di sposare la spinta al digitale prevista dal PNRR con l’uso delle nuove tecnologie, come ad esempio l’intelligenza artificiale, per semplificare l'organizzazione e la pianificazione del lavoro e delle priorità.
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Domenico De Cicco
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