Il ruolo del Medico di Famiglia nella prevenzione delle cronicità associate all'Invecchiamento

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Il Ruolo del Medico di Famiglia nella gestione delle malattie croniche e dell’invecchiamento: cosa sta cambiando?

 

L'invecchiamento della popolazione è un fenomeno globale in rapida espansione, con un impatto diretto sulla salute pubblica. In questo contesto, il Medico di famiglia gioca un ruolo cruciale nella prevenzione, diagnosi e gestione delle malattie croniche.

 

Ma come cambia il ruolo del medico di famiglia in questo scenario? Come guardare alle sfide cliniche legate all'invecchiamento e alle malattie croniche?

 

Come favorire un coinvolgimento attivo dei pazienti nei percorsi di prevenzione e cura e, più in generale, nelle scelte che riguardano la loro salute?

 

Ne abbiamo parlato nella nostra round table: "Il ruolo del Medico di Famiglia nella prevenzione delle cronicità associate all'Invecchiamento", che si è tenuto a Padova il 16 Aprile 2025, presso il Crowne Plaza.

 

Nel corso dell'incontro, moderato da Stefano Alessandro Inglese, esperto di politiche sanitarie, sono intervenuti Maurizio Cancian, Responsabile Politico del CNDR, SIMG Nazionale, Bianca Fraccaro, Segretario di SIMG Veneto e Martina Musto, Responsabile Comunicazione, SIMG Nazionale.

Invecchiamento della popolazione: il rapporto fra transizione demografica e cronicità

 

Negli ultimi cinque decenni, l’Italia ha registrato uno dei processi di invecchiamento più rapidi tra i Paesi sviluppati. Le proiezioni indicano che entro il 2050 gli over 65 rappresenteranno il 35,9% della popolazione complessiva.

Ne consegue un aumento, già in atto da tempo, delle malattie cronico-degenerative nei pazienti.


Al momento, come espresso anche all'interno del nostro incontro, circa il 23% della popolazione del nostro Paese soffre di almeno una patologia cronica: una percentuale importante, correlata sia all'invecchiamento della popolazione che all'aumento dell'aspettativa media di vita, e destinata ad aumentare.

L'importanza della prevenzione

 

In questo scenario, il ruolo centrale del Medico di famiglia emerge chiaramente sia nella gestione delle cronicità che, soprattutto, nella prevenzione.

 

La continuità del rapporto con i pazienti, unita alla conoscenza approfondita della loro storia clinica e alla sua posizione strategica nella rete dei servizi, lo rendono un punto di riferimento imprescindibile per un’assistenza integrata, costante e orientata ai reali bisogni della persona.

L'approccio multidimensionale nella presa in carico del paziente cronico

 

Uno degli elementi emersi maggiormente citati nel corso del nostro incontro è stato quello del cosiddetto approccio multidimensionale.

 

Nel contesto di un sistema sanitario sempre più orientato alla gestione delle cronicità e all’assistenza territoriale, infatti, la figura del medico di famiglia si arricchisce di competenze e responsabilità.

 

In questo scenario sempre più complesso, una delle chiavi per affrontare in modo efficace la complessità dei bisogni dei pazienti – in particolare anziani e fragili – è rappresentata dall’approccio multidimensionale: si tratta di un approccio che consiste nell’analizzare il paziente non solo dal punto di vista clinico, ma considerando tutti gli aspetti (economici, sociali, psicologici, relazionali, ecc.) che influenzano il suo stato di salute.

Questo modello è particolarmente efficace nella presa in carico di:


  • Pazienti con più patologie croniche contemporaneamente;
  • Anziani fragili, a rischio di perdita dell’autonomia;
  • Persone in condizioni socio-economiche svantaggiate;
  • Pazienti con disturbi cognitivi o decadimento funzionale.

In questi casi, l’approccio tradizionale, basato solo sulla malattia, risulta spesso insufficiente. Solo una valutazione complessiva può orientare scelte cliniche realmente utili e sostenibili.

Il digitale come alleato nella gestione delle cronicità

 

Come già detto, il Medico di famiglia ha un ruolo centrale nel garantire continuità assistenziale, monitoraggio costante e personalizzazione delle cure.

 

Grazie all’innovazione digitale, oggi il suo lavoro può essere potenziato da strumenti tecnologici che migliorano l’efficienza e la qualità dell’assistenza.

 

Le piattaforme e gli strumenti digitali, inoltre, favoriscono la collaborazione tra medico di famiglia, specialisti, infermieri e caregiver, possono agevolare la presa in carico multidisciplinare e migliorare l’organizzazione dei percorsi assistenziali.

 

In particolare, assume sempre più centrale il tema dell'Intelligenza Artificiale. I suoi utilizzi, attuali e potenziali, sono molteplici, ad esempio:

 

  • Algoritmi di IA possono segnalare anomalie cliniche o variazioni nei parametri del paziente.
  • Supportano il medico nella stratificazione del rischio e nella definizione di priorità cliniche.
  • Favoriscono un approccio predittivo, anziché reattivo, alla gestione delle cronicità.
  • Consentono al medico di ottenere e organizzare informazioni in maniera precisa e veloce durante le visite, garantendo al medico di potersi concentrare solo sul paziente.

 

In conclusione

 

L’innovazione digitale e l’Intelligenza Artificiale possono rappresentare un enorme vantaggio per il Sistema Sanitario Nazionale, ma solo se accompagnate da investimenti adeguati, governance centralizzata, formazione professionale e garanzie etiche.

 

Inoltre, come emerso nel nostro dibattito, La trasformazione digitale richiede investimenti in infrastrutture, cybersecurity, formazione e assistenza tecnica.

In Italia, per ora, gli investimenti sono spesso discontinui, frammentati tra regioni, e non sempre accompagnati da una visione strategica a lungo termine.

 

Senza un superamento di questi (e altri) ostacoli attuali, il rischio concreto (che non possiamo probabilmente permetterci più) è che la tecnologia diventi un’opportunità sprecata per il nostro Sistema Sanitario, accentuando le disuguaglianze invece di ridurle.