Intervista al Dott. Giorgio Pulvirenti, il Medico di Famiglia più giovane d’Italia

Pubblicato

14 Marzo 2024

Tempo di lettura: 6 minuti

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COMUNICAZIONE , medici di famiglia , Magazine

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Intervista al Dott. Giorgio Pulvirenti, il Medico di Famiglia più giovane d’Italia, che condivide la sua passione per la professione e sfida i pregiudizi sulla medicina generale.

Scopri come affronta le sfide e rafforza il legame con i suoi pazienti attraverso MioDottore.

Quali fattori hanno influenzato la sua decisione di intraprendere la carriera di medico di famiglia?

 

Il primo fra tutti essere il punto di riferimento per il paziente, la figura clinica più presente per un paziente perché è sempre a stretto contatto, ma anche un collegamento con gli specialisti.

Un altro aspetto che mi piace molto di questa professione è essere il medico di tutto il nucleo familiare, per conoscere a 360 gradi la storia clinica dei pazienti, non soffermandomi sulla singola patologia considerando le persone non solo dei casi clinici, ma delle persone.

Reputo che il medico di famiglia sia una figura fondamentale per il sistema sanitario nazionale che l’Italia vanta.

C'è stato un momento o un'esperienza particolare che l’ha portata a questa scelta?

 

Ho iniziato a pensare al mio futuro professionale dal terzo anno di liceo scientifico. Non sono un figlio d’arte, ma vedere sin da piccolo un medico che si prendesse cura di me, della mia salute e mi visitasse quando stavo male mi ha sempre incuriosito e dato sicurezza.

Secondo la sua esperienza, quali sono le principali ragioni per cui molti giovani medici sembrano riluttanti a specializzarsi in medicina generale? Crede che ci sia una sorta di pregiudizio culturale o professionale che influisce su questa percezione?

 

Sicuramente c’è tanto da migliorare e tanti pregiudizi a riguardo, ma dalla mia esperienza ho notato che molti giovani colleghi e cittadini vedono la medicina di famiglia una scelta di serie B rispetto alle specializzazioni.

Non credo che ci siano in generale lavori più importanti di altri, soprattutto in ambito sanitario dove ogni figura concorre per il bene e la salute del paziente.

Quali misure o incentivi ritiene che potrebbero incoraggiare più medici giovani a considerare la medicina di famiglia come percorso di carriera? Secondo lei quali cambiamenti specifici nel sistema di formazione o nel contesto lavorativo potrebbero rendere questa specializzazione più attraente?

 

Sicuramente c’è tanto da migliorare nel percorso formativo, infatti sarebbe bello dare maggior importanza durante il percorso universitario iniziando a far frequentare già dai primi anni dell’università gli ambulatori di medicina generale, ampliando il percorso formativo dei tirocini.

Inoltre, sarebbe opportuno rendere anche il corso di formazione specifica in medicina generale una specializzazione come le altre.

Come reagiscono i suoi pazienti nello scoprire che il loro medico di famiglia è il più giovane in Italia?

 

Ho ricevuto tanti complimenti e tante soddisfazioni, perché molti pazienti mi hanno visto in televisione o letto nei giornali. Per me è una missione quella di meritare ogni giorno di più la loro stima e la loro fiducia.

Questa particolarità incide in qualche modo sulla relazione medico-paziente o sulla fiducia che instaura con loro?

 

Ho riscontrato molta fiducia da parte dei pazienti, incuriositi dalla mia età e dal mio percorso di studi.
Fin da subito mi piace instaurare un bel legame professionale con loro, perché reputo che l’ascolto e la visita medica siano sempre in primo luogo durante un appuntamento medico.
Data anche la mia giovane età mi piace pensare che crescerò insieme ai miei pazienti, per conoscere pian piano il loro percorso di vita.

Quali sono le sfide uniche che affronta come il medico di famiglia più giovane del Paese e quali aspetti della tua professione trova più gratificanti?

 

Sicuramente svecchiare questo mestiere, rendendolo più tecnologico e dinamico.

Facendo riscoprire questa professione anche a tutti gli adolescenti, che credo sia l’età nella quale poco si conosce questa professione, ma con la quale si potrebbe diffondere il messaggio della prevenzione, organizzando anche giornate dedicate di screening presso il mio studio.

C'è un episodio o un'esperienza con i suoi pazienti che ritiene abbia particolarmente rafforzato la sua passione per questo campo?

 

Ogni giorno rientrando dal lavoro ricevo la conferma proprio dai miei pazienti di aver fatto la scelta giusta, credo non ci sia soddisfazione più bella. Ho iniziato da poco questa professione, ma già ho visto i primi risultati positivi nella vita clinica dei miei pazienti.

Può sintetizzare in 3 punti la sua esperienza e quella dei suoi pazienti nell’uso della piattaforma MioDottore?


  1. Organizzazione, tramite l’agenda per gli appuntamenti

  2. Visibilità, perché Miodottore permette di avere una pagina vetrina con tutte le info del professionista, riguardo orari, via, luogo di ricevimento, recensioni, titoli di studio

  3. Presenza sul territorio, perché tramite la funzione di ricerca si può scegliere il professionista anche in base alla specializzazione ed alla localizzazione