Noa: the Next-Gen Doctor. Strumenti di Intelligenza Artificiale a supporto della cura

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NOA3.0

Un anno di crescita, uno sguardo sul futuro

Il 18 novembre, le luci di Terrazza Martini hanno illuminato una serata speciale. La vista sulla città, sospesa tra vetro e cielo, ha offerto la cornice ideale per celebrare il primo anno di Noa e guardare — insieme — alla nuova frontiera dell’Intelligenza Artificiale applicata alla sanità.


Un’atmosfera elegante e vibrante, perfetta per trasformare l’evento in un momento di celebrazione del percorso compiuto e di chi ha scelto di essere parte attiva della trasformazione digitale, non come spettatori ma come protagonisti che la guidano, la modellano, la vivono.

 

La serata si è aperta con il benvenuto di Giovannina Pelagatti, Head of Events di MioDottore, che ha introdotto il pubblico sottolineando lo spirito della community Connect: un luogo dove la professione sanitaria incontra innovazione, formazione e strumenti per crescere ogni giorno.

 

A seguire, Luca Puccioni, CEO di MioDottore, ha dato avvio ai lavori ricordando l’obiettivo che guida ogni passo del progetto Noa: rendere l’esperienza sanitaria più semplice, più efficiente, più umana.

Inspirational speech di Alberto Mattiello

 

Sul palco, Alberto Mattiello ha portato una visione chiara: la Digital Health non è un orizzonte lontano, è una realtà che sta già cambiando la pratica clinica.
Il suo intervento ha evidenziato come l’AI non debba essere vista come un “trucco” o una scorciatoia, ma come uno strumento aumentativo che potenzia le capacità del medico, libera tempo e riduce la complessità operativa.

 

Un invito a superare la mentalità del sospetto verso l'innovazione e a riconoscere che il valore dell’AI emerge solo quando è utilizzata con consapevolezza e competenza.

 

Alla fine dello speech, Mattiello ha introdotto Erik Lagolio, medico e contributing physician per il progetto HealthBench di OpenAI, aprendo il match talk più atteso della serata.

Match talk: Erik Lagolio e Alberto Mattiello

 

Il cuore dell’evento è stato senza dubbio il dialogo tra Alberto Mattiello ed Erik Lagolio, un confronto che ha saputo unire prospettiva tecnologica e pratica clinica con una chiarezza rara e un livello di concretezza che ha catturato la sala.

 

Sul palco, Mattiello ha aperto il match talk definendo l’AI come "un moltiplicatore di competenze", una lente in grado di ampliare il raggio d’azione del medico, non di ridurlo. Questa impostazione ha fatto da cornice perfetta all’ingresso di Lagolio, che da anni studia e sperimenta l’AI come supporto nella pratica quotidiana e che ha contribuito come physician evaluator al progetto HealthBench di OpenAI — uno dei benchmark più innovativi oggi esistenti.

 

Lagolio ha ricordato che, secondo le più recenti stime, circa il 40% dei medici utilizza già strumenti basati su AI, spesso senza etichettarli come tali: software di triage, sistemi di supporto diagnostico, trascrittori automatici, applicazioni per la gestione dei dati clinici.

 

Al centro del confronto, la metodologia e i risultati di HealthBench, il progetto che ha valutato i modelli più avanzati attraverso 5.000 scenari clinici realistici, generati per simulare conversazioni medico-paziente, anamnesi complesse e processi decisionali strutturati.
Questi casi sono stati poi valutati da 262 medici da oltre 60 Paesi, creando un dataset senza precedenti che ha permesso di osservare come l’AI ragiona, quali errori commette, quali pattern emergono e quanto si avvicina alla logica clinica reale.

Oggi, grazie al contributo dei medici che hanno aiutato a perfezionarle; le AI più avanzate hanno raggiunto livelli di accuratezza che vanno oltre al 90% rispetto alla valutazione e interpretazione di diversi scenari medici.

 

Qui il dialogo ha toccato un punto cruciale: l’AI non sostituisce il medico, ma dipende dal medico.
Lagolio ha spiegato che la qualità dell’output dipende dalla qualità dell’input: anamnesi, domande, livello di dettaglio, logica clinica.
Il medico rimane quindi: curatore della domanda, validatore della risposta, interprete del contesto del paziente.

L’AI non toglie complessità: la redistribuisce. E questo richiede nuove competenze, non meno competenze.

L’intervento di Filippo Poletti, Luca Puccioni e Layla Pavone

Dopo il match talk, il giornalista e autore Filippo Poletti – che nel suo libro "Supervisor. I professionisti dell’AI" ha indagato il ruolo decisivo delle competenze umane nell’era dell’intelligenza artificiale, opera alla cui elaborazione ha contribuito anche il CEO di MioDottore Luca Puccioni – ha introdotto il momento successivo della serata.

 

Sul palco, l’intervento si è articolato come un vero e proprio dialogo a tre, con Layla Pavone, Coordinatrice del Board per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale del Comune di Milano, come protagonista del focus istituzionale. Pavone ha portato una prospettiva ampia e preziosa: l’AI come tecnologia che deve migliorare la vita delle persone in quanto cittadini, garantendo trasparenza, etica, sicurezza e inclusione.

 

Ha citato i principi cardine del "Manifesto per un’AI Etica e Trasparente" del Comune di Milano e progetti concreti come il Gemello Digitale del verde urbano, evidenziando come l’intelligenza artificiale possa generare impatti positivi reali sul tessuto della città. In questo quadro, ha ricordato come la digitalizzazione supporti già oggi il cittadino nelle scelte quotidiane — dalla mobilità ai servizi pubblici — e come l’integrazione e il dialogo tra i diversi settori, soprattutto nella tutela del dato personale, siano fondamentali per affrontare le nuove sfide digitali.

 

È qui che si è inserito l’intervento di Luca Puccioni, che ha ampliato la riflessione collegandola alla sanità digitale. Il suo contributo ha messo in luce un concetto centrale: ogni cittadino è anche un paziente. Ed è proprio per questo che la trasformazione digitale non può essere pensata a compartimenti stagni.

Innovazione delle città e innovazione della sanità non sono percorsi separati: sono dimensioni che si intrecciano, perché il benessere dei cittadini passa anche da servizi sanitari accessibili, immediati e pienamente integrati nelle logiche della vita urbana.

 

Da questo intreccio nasce la necessità di un’esperienza digitale coesa e continua, che accompagni la persona in tutte le sue identità: cittadino, utente, paziente.

Il dialogo tra Pavone e Puccioni ha così mostrato un punto essenziale del dibattito contemporaneo: una sanità digitale efficace non può esistere senza una cittadinanza digitale efficace. E viceversa.

 

Un confronto che ha portato la discussione oltre i singoli ambiti – tecnologico o sanitario – restituendo la visione di un ecosistema unico, dove innovazione, cura e qualità della vita procedono nella stessa direzione.

Un anno di Noa: risultati e crescita

 

Sono poi stati presentati i numeri del primo anno di Noa Notes — numeri che parlano da soli:

  • +20% di crescita dall’avvio (gennaio → novembre 2025);

  • Migliaia di MMG, Specialisti e Centri Medici soddisfatti;

  • +235% di crescita dell’uso delle Cartelle Cliniche Elettroniche grazie all’adozione di Noa;

  • 2 milioni di utilizzi nei paesi Docplanner.

 

Una fotografia chiara di come la digitalizzazione della cura sia già una realtà, e di come Noa stia diventando uno standard per l’organizzazione del lavoro clinico.

Noa Excellence Award 2025

 

La serata ha celebrato anche i professionisti che hanno integrato Noa Notes nella pratica quotidiana con maggiore successo e che ad oggi sono a pieno titolo dei "Pro User":

  • Silvia Bertolotti, psicologa – 785 utilizzi

  • Martina Andrea Cerelli, psicologa – 555 utilizzi

  • Francesco Gandolfi, fisioterapista – 863 utilizzi

  • Emanuele Nanni, angiologo – 217 utilizzi

  • Antonio Simone Primiceri, fisioterapista – 273 utilizzi

 

In un confronto diretto con Luca Puccioni ed Eugenio Tavolaro, i vincitori hanno raccontato come Noa Notes stia trasformando la loro giornata professionale: più tempo da dedicare ai pazienti, storici clinici sempre aggiornati, maggiore precisione e una relazione medico-paziente finalmente più libera da incombenze burocratiche.

Noa Bookings – anticipazione esclusiva

 

In chiusura della conferenza è arrivata l’anteprima più attesa: Noa Bookings, il nuovo assistente intelligente che porta Noa, direttamente nel primo contatto tra paziente e studio medico.

 

Non un semplice sistema di prenotazione, ma un servizio capace di dialogare con i pazienti in modo naturale, capire la richiesta e fissare appuntamenti in autonomia, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Un’evoluzione che promette di ridurre drasticamente il carico organizzativo degli studi — telefonate, messaggi, richieste che arrivano fuori orario — offrendo ai pazienti un accesso immediato e continuo alle cure.

 

La visione è chiara: rendere la relazione medico-paziente più fluida fin dal primo scambio, semplificando i processi e garantendo una presenza costante, anche quando lo studio è chiuso.

Conclusioni

 

“Noa – The Next-Gen Doctor” non è stato soltanto un evento, ma una fotografia dell’evoluzione in corso e della direzione che medici, cliniche e innovatori stanno costruendo insieme. Una serata che ha celebrato un anno di progressi e ha ribadito un messaggio chiaro: l’AI, quando progettata e utilizzata con responsabilità, non allontana l’umanità dalla cura — la rafforza, restituendo tempo, attenzione e qualità relazionale.

 

Dopo la conferenza, la serata è proseguita con un networking cocktail & food affacciato sul panorama notturno di Milano. Un momento conviviale, in cui professionisti di discipline diverse hanno continuato il dialogo iniziato sul palco, scambiando esperienze, visioni e pareri.